Il fascino di un territorio storico

Tra Costa Ligure (Riviera dei Fiori) e Costa Azzurra

Citrus maxima

Giardini Botanici Hanbury – Le succulente

Questo territorio, corrispondente alla cosiddetta zona climatica dell’“arancio”, beneficia di regimi atmosferici stabili, con temperature e inverni miti, con rare gelate e intenso soleggiamento.

Tali condizioni hanno favorito, dalla metà del XIX secolo, l’introduzione di piante esotiche provenienti da tutto il mondo; molti nobili inglesi, tedeschi e non solo, vi crearono le proprie dimore, abbellite da sontuosi giardini, dando al tradizionale paesaggio mediterraneo un nuovo fascino.

Si trovano eucalipti, araucarie, palme, cordyline, magnolie, mimose, banani, bambù, Agave, Aloe, Yucca, Cycas, Dasylirion, Phormium, Opuntia, falso pepe, Pittosporum.

Lo spirito del collezionismo si sviluppa, cercando sempre più grandezza e rarità; infatti la maggior parte dei giardinieri dell’epoca erano botanici esperti, come Lodovico Winter, giardiniere di Thomas Hanbury o Edouard Bornet, assistente di Gustave Thuret.

Davanti alle ville sono sempre presenti grandi prati. Gli alberi sono distribuiti in modo tale che le prospettive siano visibili dalla casa. La villa è sempre collocata nella parte più alta del terreno, in modo da avere la vista più ampia possibile.

Ma la cosa più importante è che nelle due riviere, Italiana e Francese, puoi toccare con mano il processo dell’acclimatazione.

Cos’è il processo di acclimatazione?

L’acclimatazione di una pianta prevede diverse fasi. È necessario dapprima localizzare la pianta nel suo paese di origine, raccoglierne i semi, farli viaggiare, seminarli in un nuovo contesto geografico, coltivare le giovani piante e testarle all’aria aperta. Una volta che la pianta si è acclimatata, può essere studiata e si possono sviluppare tecniche di coltivazione appropriate. Se ha potenzialità economiche, sarà possibile sottoporre a sperimentazione, eventualmente migliorarla e, quindi, trasferirla ai produttori per uno scopo “commerciale”.

Questa prima fase di acclimatamento è obbligatoria per l’addomesticamento di specie esotiche, chiamate anche alloctone. Si noti che la nozione di esotismo è abbastanza relativa: di solito, qualsiasi pianta introdotta dopo il 1492 è qualificata come esogena; specie già presenti a quella data, dette archeofite, sono considerate tra le autoctone, anche se in realtà derivano da una precedente introduzione.

Questo antico processo di importazione e acclimatazione ha dato origine alla maggior parte delle piante che coltiviamo oggi, anche se queste, oggi differiscono notevolmente dalle specie selvatiche originarie. Le specie esotiche presenti sulla Costa Azzurra, infatti, provengono a volte da un unico sacco di semi introdotto nel XIX secolo, a volte da più introduzioni successive.

La prima semina diede origine a una o più piante, di cui solo le più vigorose, o le più adatte al nuovo ambiente, o le più “belle” agli occhi del raccoglitore, furono mantenute e riprodotte per seme o talea. C’è stata, quindi, una prima selezione di massa dai semi originari, derivante da vincoli ambientali, dalle tecniche di coltivazione utilizzate o da scambi casuali.

Per molto tempo semi e frutti sono stati l’unico modo sicuro per trasportare e introdurre nuove piante. Ma i fallimenti furono numerosi, e ci vollero lunghe osservazioni ed esperimenti per capire la fisiologia e la biologia dei semi, la durata e le condizioni per la loro germinazione. Nel XVII secolo furono selezionati i “semi ortodossi”, quelli che conservano il loro potere di germinazione per diversi mesi o diversi anni. Il trasporto marittimo e terrestre delle piante era più difficile finché il londinese dottor Nathaniel Ward, sviluppò “una scatola di trasporto, smaltata e impermeabile” che porta ancora il suo nome, e che permetteva di risparmiare il 90% delle piante.

Dalla prima metà del XIX secolo, le piante esotiche iniziarono ad essere introdotte nei giardini della nostra regione.

Nel luglio 1812 Victor Tiranty acquistò 50 giovani palme a Bordighera per la sua proprietà nel quartiere Longchamp di Nizza.

Nella seconda metà del XIX secolo, la cassa di Ward e la creazione di linee a vapore facilitarono il trasporto delle piante. Le piante vennero allora ibridate per ottenere varietà nuove, più belle e più produttive, e per diversificare, così, i giardini.

La seconda metà del XIX secolo, e più in particolare il Secondo Impero, fu un vero e proprio periodo d’oro dell’acclimatazione di specie esotiche. Un gran numero di specie, sconosciute fino a vent’anni prima, si trovarono in condizioni completamente selvatiche intorno a Cannes e continuarono a riprodursi spontaneamente senza intervento umano, come l’Agave americana.

Le date di introduzione delle palme sulla costa delle Alpi Marittime sono posteriori al 1850, ad eccezione della palma da datteri e della Livistona chinensis. Citiamo in particolare l’arrivo di: Jubaea chilensis e Sabal palmetto (nel giardino Thuret nel 1858), Phoenix canariensis (Villa Vigier nel 1864), Washingtonia filifera (1877 nel Domaine des Cocotiers a Golfe-Juan), Brahea armata (nel giardino Thuret intorno al 1877).

Follicolo (Frutto) di Brachichiton discolor

Brahea armata